Due anni di reclusione con la pena sospesa per l’imprenditore accusato di avere evaso l’Iva per circa 637mila euro e assoluzione per il suo commercialista che rispondeva di concorso per gli stessi reati. Si è chiuso così, al Tribunale di Taranto, il processo penale che vedeva imputati il titolare di un’impresa edile di Sava, G.F. le sue iniziali, difeso dall’avvocato Giuseppe Cavallo e il dottore commercialista manduriano, G.G., difeso dall’avvocato Lorenzo Bullo, che ha ottenuto l’assoluzione «per non aver commesso il fatto». La pubblica accusa aveva chiesto per entrambi la pena di tre anni di carcere.
L’imprenditore savese era finito sotto indagine perché accusato, al fine di evadere le imposte sui redditi, di non aver presentato le dichiarazioni Iva per gli anni 2014, 2015 e 2016 pur avendo nello stesso periodo, aver conseguito elementi positivi di reddito pari a circa 840mila euro. Avrebbe inoltre evaso l’Ires per un ammontare di 637.888 euro oltre al pagamento delle spese processuali.
Oltre alla pena detentiva, la giudice Federica Furio ha condannato l’imprenditore all’interdizione dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese per li periodo di un anno; l'incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione per un periodo di un anno; l'interdizione dalle funzioni di rappresentanza e assistenza in materia tributaria per un periodo di un anno; infine l'interdizione perpetua dall'ufficio di componente di commissione tributaria.
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