Mercoledì, 18 Settembre 2024

Cronaca

“Tutti ne parlano ora, ma non è la prima volta che subiamo atti violenti”

Sanitari del 118 aggrediti, il racconto dell’infermiere ferito

Daniele Gennaro Daniele Gennaro

«Mi spiace che per parlare del nostro lavoro e delle difficoltà che incontriamo ogni giorno si debba arrivare a questo; in realtà ogni intervento è per noi potenzialmente a rischio perché non sappiamo mai con chi abbiamo a che fare, spesso in contesti non protetti». Daniele Gennaro, che parla, è l'infermiere del 118 di Manduria atterrato da tre ganci in pieno volto partiti da un paziente che stava soccorrendo.

È compiaciuto e nello stesso tempo stupito che si parli così tanto dell'incidente capitato a lui e a un autista soccorritore nella notte tra lunedì e martedì scorso. Gennaro è uno dei veterani del gruppo e con il suo equipaggio era intervenuto per una richiesta di soccorso ad un uomo che era disteso per terra apparentemente privo di vita. In realtà dormiva, probabilmente sopraffatto dall'alcol e, infastidito dal quel brusco risveglio, ha reagito violentemente aggredendo i due operatori e mettendoli Ko. «È successo tutto all'improvviso, eravamo riusciti a portarlo in ambulanza per valutare i parametri, pressione sanguigna, elettrocardiogramma che non abbiamo fatto in tempo a fare, quando siamo stati assaliti brutalmente e fulmineamente» spiega l'infermiere che ripercorre quei terribili minuti. 

«Era molto agitato, non voleva che lo portassimo in ospedale, così l'ho convinto almeno a farsi misurare la pressione in ambulanza. Ci avevano attivati con un codice rosso per un sospetto arresto cardiaco per cui non potevo lasciarlo andare senza prima accertarmi del suo effettivo stato». Il sanitario prosegue nel suo racconto. «Forse aveva bevuto e alternava momenti di calma a momenti di estrema eccitazione motoria ripetendo di non voler venire in ospedale, poi ha chiesto di essere accompagnato a casa e quando gli abbiamo detto che non potevamo e che l'unico posto dove avremmo potuto portarlo era l'ospedale, ha reagito con violenza. Mi ha tirato un primo pugno e un altro al mio autista soccorritore che nel frattempo cercava di togliergli il bracciale dell'apparecchio della pressione che aveva ancora al braccio, poi mi si è nuovamente avventato contro». 

«Ricordo - aggiunge ancora Gennaro - di essere stato colpito al volto, il resto mi è stato raccontato perché quando mi sono svegliato ero già a terra, stordito mentre il mio aggressore si era dileguato». Con l'aiuto dell'autista, ferito anche lui e con il terzo componente dell'equipaggio, una soccorritrice rimasta atterrita dalla scena, l'infermiere è stato portato in ospedale per i dovuti controlli che fortunatamente non hanno dato esiti preoccupanti ma solo ematomi e una lesione del palato. 

«Leggo ora che tutti si stupiscono; succede sempre quando ci menano - dice - ma volete sapere una cosa? Ci succede più spesso di quanto possiate pensare. Questa volta siamo finiti sui giornali perché mediaticamente è il momento giusto, ogni giorno si parla di sanitari aggrediti, perché ho perso i sensi e sono stato costretto a farmi curare, ma chiedete ai miei colleghi quante volte anche loro sono stati offesi, oltraggiati, ingiuriati, strattonati, minacciati. Chiedeteci cosa accade quando dobbiamo calmare uno che è andato fuori di testa, magari fisicamente il doppio di noi; chiedeteci cosa ci succede quando dobbiamo tenerlo fermo per calmarlo e fargli la terapia o per evitare che si faccia male; chiedeteci dei lividi che scopriamo di avere quando torniamo a casa tutti indolenziti». 

Mentre ci parla, l'infermiere che da quasi 20 lavora in ambulanza mostra sul telefonino gli articoli che trattano la sua vicenda. Ed anche su questo ha da dire qualcosa. «Tutti dicono di voler interrompere questa scia di violenze invocando più controlli con la presenza di guardie armate; tutto utile e giusto, ma improponibile nel nostro lavoro; se proprio ci vogliono aiutare conclude Gennaro ci riconoscano quell'indennità di rischio che ci spetta e che mai nessuno ci ha dato».

Nazareno Dinoi su Quotidiano. Di Puglia

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2 commenti

  • R&R
    dom 15 settembre 16:59 rispondi a R&R

    No ma loro sono speciali...loro sono gli intoccabili...soprattutto quelli dei piani alti... Naturalmente riferito ai raccomandati che non hanno studiato... Riguardo ai soccorritori li ho conosciuti e sono tutte persone brave,anche a me dispiace per l'accaduto...

  • Mimmo sammarco
    sab 14 settembre 06:37 rispondi a Mimmo sammarco

    Purtroppo tutti i lavori hanno dei rischi... anche lavorare in un supermercato hai il rischio di vedere arrivare un rapinatore armato o lavorare a Taranto ogni giorno andando in macchina..mi dispiace per l accaduto.

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