La piccola necropoli emersa dai lavori dell’Acquedotto pugliese nel rione Sant’Antonio (una decina di tombe messapiche già esplorate ed altre ancora coperte), non solo sarà richiusa, ma sarà fatto senza completare gli scavi per la ricerca di reperti come prevede la legge. E’ l’allarme degli addetti ai lavori, tutti specialisti del settore che si offrirebbero volontari per completare l’opera prima della chiusura del sito archeologico.
Gli stessi tecnici che per ora preferiscono restare anonimi, pur di evitare gli errori del passato, si sono dichiarati disponibili, anche a titolo gratuito, al fine di studiare e valorizzare il tesoro archeologico che potrebbe ancora essere nascosto nel sottosuolo del quartiere.
Secondo queste nostre fonti, oltre alle tombe già individuate, sarebbe necessario approfondire gli scavi anche nel canale che si trova tra due strutture in pietra, probabilmente antiche fondamenta che attraversano e dividono la necropoli. Questo straordinario ritrovamento non sorprende: la terra smossa dall’Aqp per la canalizzazione fognaria ha riportato alla luce sepolture analoghe a quelle già individuate nella vicina necropoli del Parco Archeologico, situato nella stessa zona. Una scoperta che ribadisce l’importanza storica di questo territorio dove il passato messapico continua a riemergere. Eppure, il destino della necropoli appare già compromesso con il rischio concreto che tutto venga ricoperto e dimenticato. Resta da vedere come agiranno il Comune di Manduria e la Soprintendenza che al momento sembrano disinteressati al problema.
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