Il giudice delle udienze preliminari del Tribunale di Lecce, Angelo Zizzari, ha condannato ieri il manduriano Giovanni Sperti a 2 anni e 8 mesi di reclusione per traffico di rifiuti e riciclaggio. Il 59enne manduriano difeso dall’avvocato Cosimo Micera, è stato giudicato con il rito abbreviato risparmiando così un terzo della pena prevista. Il pubblico ministero aveva chiesto 5 anni di carcere.
A maggio del 2021 Sperti era stato arrestato con altre 12 persone delle province di Lecce, Taranto, Brindisi, Palermo, Cosenza, Reggio Calabria, Salerno, Napoli e Caserta, al termine di una complessa indagine della Direzione distrettuale antimafia di Lecce, dei carabinieri del Noe e i finanzieri del comando provinciale della Guardia di finanza di Taranto.
Secondo l’accusa il manduriano, ufficialmente senza nessuna occupazione, sarebbe stato uomo di fiducia del capo dell’organizzazione di presunti trafficanti tarantini. L’inchiesta coinvolgeva in tutto 45 indagati che dovevano rispondere a vario titolo di reati di natura ambientale. In particolare l’organizzazione criminale avrebbe messo in piedi un sistema di smaltimento di rifiuti anche pericolosi prodotti nel Centro Italia e dirottati nelle regioni del Sud con tir carichi di ogni sorta di immondizia per essere bruciata o tombata nelle campagne.
«Proprio grazie a Sperti – sostennero gli inquirenti -, il gruppo poteva usufruire di un capannone con annesso piazzale antistante, situato nel comune di Surbo (Lecce)».
«Sperti, perfettamente a conoscenza della illegale attività posta in essere da Scarcia – si legge nell’ordinanza di custodia preventiva -, ne condivideva le condotte, talvolta provvedendo in prima persona nella risoluzione delle problematiche che di volta in volta si presentavano a tal punto da suggerire anche gli orari più favorevoli per effettuare gli scarichi di rifiuti».
L’organizzazione provvedeva a far sparire i rifiuti pericolosi di ogni genere gettandoli nelle discariche o sotterrandole oppure bruciandoli. Come copertura per i trasferimenti dei carichi illegali, i componenti dell’organizzazione avrebbero utilizzato false documentazioni della Provincia di Taranto che attestavano l’esistenza di discariche regolari esistenti solo sulla carta. Una di queste figurava anche nel territorio di Manduria.
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6 commenti
Raffa
mar 29 ottobre 17:30 rispondi a RaffaCosa significa tutto questo? Che la tomba di rifiuti speciale non esiste? Allepoca venne publicato cose diverse mi sembra
Manduriano
mar 29 ottobre 15:13 rispondi a MandurianoQuesta 💩💩💩 umana lo dovrebbero buttare in una discarica non in una cella, questo è un criminale.
Nando
mar 29 ottobre 12:27 rispondi a NandoÈ miracolo!! Strano c'è nome e cognome.
Gregorio
mar 29 ottobre 07:38 rispondi a GregorioQuesto individuo dovrebbe essere rinchiuso in una cella fatta di ETERNIT ( amianto) per vedere quanto campa ⚰️🪦🕯️preghiamo 🙏 ! Per questo ti di attività illecita, quanta gente rischia di andare al camposanto ?!!
Gregorio
mar 29 ottobre 07:35 rispondi a GregorioQuesto individuo dovrebbe essere rinchiuso in una cella fatta di ETERNIT ( amianto) per vedere quanto campa ⚰️🪦🕯️preghiamo 🙏 ! Per questo ti di attività illecita, quanta gente rischia di andare al camposanto ?!!
Lorenzo Libertà per la Marina
mar 29 ottobre 07:06 rispondi a Lorenzo Libertà per la MarinaMi piacerebbe che condannasse anche la Giunta di Manduria che, in alcune aree della Marina, ignora la presenza di rifiuti speciali abbandonati ( vedi Scaledda), però mettono le foto trappole con i cartelli divieto di scarico impiantati sui cumuli di rifiuti presenti ovunque. 🤣🤣🤣 Parole parole e tanta ipocrisia. Quando pulirete le Marine? Usate i tanti soldi dell' imu che il Comune incassa ma non investe sul posto. Ricordo che se abbiamo il semaforo di fronte a San Pietro lo dobbiamo ai Commissari. Mentre chi ha fatto 3 volte il Sindaco alla Marina nulla di investito. Anche l' isola ecologica non è un progetto del Sindaco attuale. Opinioni dettate da evidenti stati di fatto e inadempienze.