Aveva ignorato la pericolosità dell’esplosivo che conservava in garage da tanti anni del quale non si era mai liberato per trascuratezza dopo aver lasciato l’attività di cavamonti. Lo stesso dicasi per le cartucce e proiettili che alcuni suoi amici cacciatori avevano dimenticato a casa sua. Queste ed altre giustificazioni saranno alla base del ricorso al Riesame che l’avvocato dell’84enne di Sava, F.P., Francesco De Laurentis, sta preparando per far ottenere la libertà al suo assistito dopo la convalida dell’arresto e la misura cautelare ai domiciliari disposta dal gip del Tribunale di Taranto, Benedetto Ruberto.
Lo scorso 29 marzo a Sava, i carabinieri della stazione di Maruggio, durante una perquisizione nell’abitazione dell’anziano, avevano trovato un vero e proprio arsenale composto da munizioni da caccia, piombini per il confezionamento delle cartucce, munizioni per armi da guerra e una vecchia pistola a tamburo ancora funzionante munita di matricola. Ma quello che aveva destato maggiore preoccupazione, era la quantità di polvere esplodente, di quella utilizzata nelle cave per procedere a nuovi scavi, per un totale di ben 6 chili di sostanza esplosiva di varia natura, tra cui tritolo, compresi due detonatori. Abbastanza per far crollare l’intera abitazione e chissà cos’altro ancora. Già in fase di convalida l’ex cavamonti, assistito sempre dall’avvocato De Laurentis, aveva ammesso l’incauto deposito dei suoi vecchi attrezzi da lavoro.
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