Domenica, 24 Novembre 2024

Cronaca

Angela Greco: non si è mai avviata una promozione e valorizzazione del sito in maniera professionale

L'antica cripta bizantina nel giardino privato

L L'ipogeo dimenticato | © La Voce di Manduria (Foto di Simone Depasquale)

Un’antica cripta celata dai rovi e dai cespugli che solo pochi fortunati conoscono. E’ lì da un secolo ed a scoprirla circa 25 anni fa sono stati quattro giovani manduriani che l’hanno rilevata e disegnata segnalandola alla Soprintendenza. Bella, ma con un problema: si trova in un terreno privato.

Un vero e proprio tesoro nascosto nelle campagne manduriane, abbandonato, praticamente sconosciuto alla gente del posto e noto solo a pochi addetti ai lavori. Sono i resti di una cripta bizantina risalente al IX-XI secolo dopo Cristo, uno straordinario ipogeo dall’affascinante architettura che potrebbe rientrare nei circuiti d’interesse turistico ma che si trova recluso all’interno di una proprietà privata. La zona è quella alla periferia Nord Ovest della città Messapica già così ricca di testimonianze storiche non tutte valorizzate come meriterebbero. Questo ancora meno proprio perché non è compreso all’interno di nessun parco né attraversato da sentieri del cosiddetto turismo rurale ancora poco diffuso in Puglia e nel Salento in particolare. È quello che rimane di un antico luogo di culto medioevale dedicato a qualche santo che non ha nemmeno un nome e che quei pochi tra gli addetti ai lavori lo indicano come «la cripta alle spalle della Ford» (perché si trova aldilà dell’esposizione di auto che si affaccia sulla circunvallazione manduriana).

Nascosta dalla vegetazione e al livello del suolo, per scoprirla bisogna arrivarci proprio sopra e restare stupefatti dalla sua bellezza. Un paesaggio tipico dell’arte presepiale con giochi di arcate, porte e finestre, tutto scavato nella pietra, invita a saperne di più e a scoprire cosa ci sia ancora sotto quei metri di terra accumulata nei secoli. Un’idea se la sono fatta i primi a scoprirla un quarto di secolo fa, quattro giovani del posto appassionati di archeologia e storia patria che durante una passeggiata nelle campagne attorno alla città furono attratti dalle sagome di tre archetti di pietra che spuntavano dai fitti cespugli. Il quartetto, Gregorio Attanasio, Luciano Gennari, Nicola Morrone e Franco Moscogiuri, diedero la comunicazione alla Soprintendenza archeologia di Taranto, Lecce e Brindisi che s’interessò al sito sottoponendolo e rigidi vincoli per impedire qualsiasi manomissione. Autorizzati dall’ente ministeriale, i quattro amici si diedero da fare per ripulire la parte superiore della cripta liberandola dai rovi e dai rifiuti, riuscendo a fare dei fedeli rilievi che pubblicarono con foto e disegni sui quaderni della locale sezione di Archeoclub. Da quella provvidenziale pubblicazione si copre che la cripta scavato nella pietra è composta da tre vani di diverse dimensioni, un ingresso un vano piccolo e uno più grande dedicato ai fedeli. Attorno furono poi trovate delle piccole sepolture e dei graffiti privi di interpretazione ma di probabile significato religioso cristiano. A pochi metri dalla chiesetta nascosta, passano i binari della ferrovia Sud Est il cui tracciato ha miracolosamente risparmiato l’importante testimonianza.

La chiesa rupestre è nascosta ma ben tenuta grazie anche alla sensibilità del proprietario del terreno a cui non dispiacerebbe dare a quel luogo il valore che merita. «Allo stato dei fatti, però - è il commento di Angela Greco, guida turistica a capo di un raggruppamento di associazioni che ha in gestione il grande Parco archeologico dei Messapi manduriano -, non si è mai avviata una promozione e valorizzazione del sito in maniera professionale; ma questo – aggiunge la dottoressa Greco - rientrerebbe in una visione generale di valorizzazione di tutto il turismo rurale culturale di cui il nostro territorio non sa sfruttare le potenzialità sia per mancanza di fondi, sia per una regia generale su una programmazione generale su questo aspetto. Il turismo rurale – conclude l’esperta - è solo una passione di cui pochi ancora sanno percepire la bellezza».

Nazareno Dinoi

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COMMENTA

1 commento

  • Emanuele
    ven 29 ottobre 2021 09:56 rispondi a Emanuele

    Con l’augurio che questo articolo possa fare breccia su coloro che dovrebbero avere gli “strumenti” idonei a dare il giusto risalto a questa ennesima meraviglia

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