Lunedì, 21 Aprile 2025

Cronaca

I due protagonisti del felice epilogo hanno entrambi storie da raccontare: lei è la figlia del marò arrestato in India, lui già protagonista di un altro salvataggio

Angoscia sulla spiaggia per il bimbo smarrito, i protagonisti della fine di un incubo

Daniele Polignano, Giovanni Cinquepalmi e Giulia Latorre Daniele Polignano, Giovanni Cinquepalmi e Giulia Latorre | © La Voce di Manduria

Una catena di soccorsi come non si era mai vista prima, ieri pomeriggio sul litorale manduriano, per la scomparsa di un bambino di 7 anni ritrovato dopo due ore. Per lui si sono mobilitati i sub dei carabinieri, presenti sul posto per un altro servizio di supporto, ma soprattutto il personale del lido "Murmur Beach" di San Pietro in Bevagna da dove il piccolo si era allontanato eludendo il controllo degli zii.

E sono proprio i due bagnini che lo hanno riportato sano e salvo, consegnandolo nelle braccia dei parenti, ad avere delle storie particolari che vale la pena raccontare.

Si tratta del giovane manduriano, Daniele Polignano, già protagonista del salvataggio di un bimbo di 4 anni che stava soffocando, e di Giulia Latorre, tarantina, figlia del marò fuciliere della Marina Militare, Massimiliano Latorre che con il suo collega Salvatore Girone sono stati e sono ancora al centro di una controversia internazionale tra Italia e India.

Mentre i sommozzatori dell’Arma scandagliavano i fondali (erano lì per un servizio televisivo sui "sarcofagi dei Re", antichi relitti di marmo grezzo che da secoli si trovano a cinque metri di profondità nelle chiari acque della località balneare), i due bagnini hanno fatto le ricerche capillari ombrellone per ombrellone allontanarsi per circa due chilometri dal punto della scomparsa.

Nel frattempo, grazie alla catena solidale che si era creata con il passaparola, il piccolo scomparso è stato notato che piangeva e trattenuto da due bagnanti, Giovanni Cinquepalmi e un suo amico, Riccardo. «Per fortuna è andato tutto bene, io sono il ragazzo che ha trovato il bambino, anche perché avevo intuito al primo passaggio del bambino che si era smarrito. Mi ha fatto tanta tenerezza quando l’ho preso in braccio, era spaesato e spaventato», racconta il ragazzo sulla pagina Facebook de La Voce di Manduria.

Nel frattempo sono arrivati i due bagnini. Il bambino ha subito riconosciuto la ragazza del lido andandole incontro abbracciandola. La figlia del marò, bagnina professionista già da tre anni, ha subito avvertito telefonicamente gli zii che si sono tranquillizzati. «Mi sono fatta tre chilometri a piedi pur di trovarlo, ma ne avrei fatti altri mille, l’importante è averlo trovato sano e salvo», scrive la giovane su Facebook de La Voce. Giulia Latorre, appassionata di atletica e di sport estremi, oltre ad essere esperta in salvataggi in mare è anche una temeraria paracadutista. Come il padre Massimiliano, però, non riesce a staccarsi da tutto ciò che riguardi il mare.

Il collega che era con lei, Daniele, manduriano, nel 2015 salvò un altro bambino che stava soffocando per una patatina che gli era andata di traverso. Il giovane mentre camminava per una strada del suo paese incrociò una donna che chiedeva aiuto perché il suo bambino di quattro anni non respirava. Riconoscendo i segni del soffocamento per l’ostruzione delle vie aeree, il bagnino fu pronto ad applicare la manovra di Heimlich che fece espellere la patatina inalata.

I carabinieri, i due bagnini, Giovanni con l'amico Riccardo e tutti i bagnanti di San Pietro in Bevagna che per due ore hanno creato quella catena dei soccorsi che spesso, se attivata in fretta, può scongiurare drammi che durano una vita. Tutti loro meritano di essere ringraziati a nome dei genitori del piccolo e da tutti noi.

Nazareno Dinoi

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