Mercoledì, 5 Febbraio 2025

Giudiziaria

Chiesto l'abbreviato. Le difese producono anche una controperizia medico legale

Baby gang, i bulli cercano lo sconto

Palazzo di giustizia Taranto Palazzo di giustizia Taranto | © La Voce di Manduria

I sedici bulli manduriani, tredici minorenni e tre maggiorenni, indagati nell’inchiesta nata dalla morte del disabile Antonio Cosimo Stano, hanno chiesto attraverso i propri avvocati di essere giudicati con il rito abbreviato che consentirà loro, in caso di condanna, uno sconto di pena pari ad un terzo di quanto previsto. L’istanza depositata ieri è condizionata all’acquisizione di una contro-perizia medico legale che ribalta la consulenza tecnica commissionata dalla pubblica accusa. In caso di risposta negativa del gip, la difesa ha chiesto comunque che si proceda con il rito alternativo. In ogni caso salta l’udienza del giudizio immediato, già fissata per il 20 settembre prossimo, chiesta dai due pubblici ministeri titolari dell’inchiesta, il capo della Procura dei minorenni, Pina Montanaro e, peri tre maggiorenni, il pubblico ministero Remo Epifani.

Con o senza contro-perizia, dunque, il procedimento sarà affrontato davanti al giudice delle udienze preliminari che giudicherà sulla base di quanto già prodotto nella fase preliminari dell’inchiesta. In questo modo, sempre in caso di giudizio negativo per gli imputati, i trent’anni di pena prevista per il reato più grave contestato, quello della tortura aggravata dalla morte del pensionato preso di mira dal branco, scenderebbe a venti, comunque tanti.

Ma c’è di più. Quello su cui punta maggiormente la difesa è la contro-perizia redatta dal professore romano, Rosario Sacco, specialista in chirurgia generale, già ordinario di Clinica chirurgica all’Università Magna Graecia di Catanzaro e dal dottor Massimo Brunetti, specialista in medicina legale e delle assicurazioni.In 45 pagine i due specialisti cercano di smontare punto per punto la consulenza del medico legale della Procura, la dottoressa Liliana Innamorato, secondo cui il decesso di Stano è dipeso dalle sopravvenute complicanze di una ulcera peptica che dopo essersi perforata ha dato luogo ad una peritonite risultata fatale. Secondo la dottoressa Innamorato, l’ulcera sarebbe stata generata dallo stress e, più in particolare, dalle «circostanze vessatorie di cui fu vittima Stano». Di tutt’altro parere i due specialisti ingaggiati dalla difesa secondo cui, dati scientifici alla mano, l’ulcera peptica sarebbe stata provocata da una infezione batterica e da un uso-abuso di farmaci antinfiammatori e da altre cause che non escludono responsabilità diverse dai bulli.

Sperando molto in questo gli avvocati del folto collegio difensivo composto da Antonio Carbone, Franz Pesare, Armando Pasanisi, Cosimo Micera, Nicola Marseglia, Davide Parlatano, Lorenzo Bullo e Daniele Capogrosso, Antonio Liagi, Pier Giovanni Lupo, Gaetano Vitale, Dario Blandamura.

Dei sedici indagati restano ancora in carcere due minori rinchiusi nel «Fornelli» di Bari dal 30 aprile scorso. Tutti gli altri, per la cessazione dei motivi di custodia cautelare intramuraria, sono passati ai domiciliari (i tre maggiorenni) o nei centri di rieducazione per minori. A giorni anche per i due giocavi detenuti dovrebbe essere presentata dai rispettivi avvocati la richiesta di affidamento ai centri di recupero.

Nazareno Dinoi

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