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Attentato incendiaro allo studio dell'avvocato Cagnetta
Attentato incendiaro allo studio dell'avvocato Cagnetta | © n.c.TARANTO — Un attentato incendiario che non lascia dubbi ha parzialmente distrutto l'altro ieri sera lo studio di un noto avvocato di Taranto, Massimiliano Cagnetta, quarantadue anni, civilista. I piromani che hanno agito indisturbati dopo le 21,30, quando l'avvocato ha lasciato lo studio per andare a casa, hanno versato della benzina attraverso la fessura della porta blindata dell'ufficio del professionista situato al secondo piano di uno stabile in via Principe Amedeo. L'incendio è stato spento dai vigili del fuoco del distaccamento di Taranto che hanno trovato sul pianerottolo una bottiglia sporca di benzina e una cannuccia usata dai malviventi per far passare il liquido al di là del portoncino prima di dare fuoco con un fiammifero. Le fiamme hanno distrutto divani, sedie e tavolini e hanno annerito le pareti del corridoio d'ingresso e della sala d'attesa. A dare l'allarme sono stati gli inquilini del palazzo richiamati dall'odore di bruciato e dal fumo che provenivano dallo studio legale nel cui interno vi era un cucciolo di pastore tedesco che ha rischiato di morire asfissiato. Sul caso indagano gli agenti della sezione Volanti della questura che stanno analizzando le registrazioni delle telecamere di sorveglianza di un tabaccaio e un supermercato che si trovano di fronte al civico 314. Gli inquirenti ipotizzano una ritorsione legata all'attività professionale dell'avvocato che tre anni fa fu vittima di alcuni estorsori i quali furono arrestati e condannati in primo e secondo grado grazie alla sua denuncia. Il nome del civilista, comunque, è noto anche per il suo coinvolgimento in una presunta truffa alle assicurazioni. L'inchiesta che lo ha riguardato terminò con 47 ordinanze di custodia cautelare eseguite a dicembre del 2010 dalla polizia stradale di Taranto a carico di automobilisti, periti e quattro avvocati tra cui Cagnetta che ottenne i domiciliari. Il ricorso in Cassazione fece rinviare il fascicolo al tribunale della libertà che anò il provvedimento di custodia cautelare per mancanza di motivazioni. Le indagini della polizia stradale coordinate dal pm Salvatore Cosentino, iniziarono nei primi mesi del 2007 a seguito di una querela presentata dalla compagnia di assicurazioni Groupama (ex Nuova Tirrena). Attualmente l'avvocato è indagato a piede libero e spera in un'archiviazione per pieno proscioglimento. A metterlo nei guai, un assegno risarcitorio per un falso incidente transitato nel suo conto corrente bancario.
Nazareno Dinoi sul Corriere del Mezzogiorno
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