C’è un’avvocata manduriana nel team di legali che hanno assistito la sorella di Denis Bergamini nel far riaprire il processo sulla morte violenta del calciatore del Cosenza Calcio avvenuta 35 anni fa, concluso ieri con la condanna dell’ex fidanzata, Isabella Internò a 16 anni di reclusione per concorso con ignoti in omicidio volontario. Secondo i giudici della Corte d’assise di Cosenza, Donato «Denis» Bergamini non si suicidò gettandosi sotto un camion in transito lungo la statale 106, come fu detto all'epoca: prima fu ucciso, strangolato con una sciarpa e poi il suo corpo fu disteso sulla strada quando era già morto.
L’avvocata Silvia Galeone, nata e crescita a Manduria ed ora residente a Ferrara, ha affiancato l’avvocato Fabio Anselmo nel lungo e complesso iter giudiziario e processuale che ha fatto riaprire un caso chiuso 35 anni fa come un suicidio.
Nella sua arringa l’avvocata messapica ha puntato sul presunto coinvolgimento di Roberto Internò, cugino dell’imputata condannata ieri.
La Corte d’assise ha ritenuto indiziante una conversazione tra lui e sua moglie, intercettata nel 2017, in cui parlano dei fatti avvenuti ventotto anni prima a Roseto. Proprio di quella intercettazione che coinvolgerebbe Internò nell’omicidio di Bergamini, si è occupata l’avvocata Galeone.
In aula la Galeone, ha incentrato la sua discussione sul secondo falso alibi della famiglia Internò, quello di una rocambolesca cena a Santa Chiara di Rende a casa di Alfredo Internò, fratello di Franco, zio di Isabella e padre di Dino Pippo e Roberto, la sera del 18 novembre 1989. L’avvocata in quella conversazione intercettata ha contato ben 11 versioni diverse relative a quella falsa cena nelle quali si cambierebbero nomi, si aggiungerebbero e si toglierebbero dettagli e non si capirebbe fino in fondo neanche chi telefona per avvisare che bisogna andare a prendere Isabella Internò a Roseto Capo Spulico perché è avvenuta una “disgrazia”. L’avvocata Galeone, dopo avere ricostruito con certosina pazienza tutte le presunte menzogne tirate fuori negli anni dai familiari di Isabella Internò, non ha avuto difficoltà a concludere che si tratta di racconti palesemente falsi.
Chi è Silvia Galeone
Silvia è nata nel 1991, dopo il diploma al liceo de sanctis a Manduria, si laurea nel 2018 in giurisprudenza all'Università del Salento.
In occasione della stesura della tesi sul reato di tortura, chiede un incontro con l'avvocato Fabio Anselmo del foro di Ferrara che seguiva il caso Cucchi. Dopo la laurea, l'avvocato Anselmo le propone di svolgere il praticantato presso lo studio associato di cui è socio a Ferrara.
Dal 2021 è iscritta all'albo degli avvocati dell'ordine di Ferrara, dove continua a lavorare presso lo.stesso studio associato.
Ha assistito l'avvocato Anselmo nel caso Cucchi e ha fatto parte insieme allo stesso avvocato e all'avvocato Pisa del pool che ha affiancato Donata Bergamini per la riapertura del processo, sino alla condanna di ieri.
Nelle foto, Silvia Galeone abbraccia Donata, la sorella di Denis Bergamini, dopo la lettura della sentenza.
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