Venerdì, 4 Ottobre 2024

Attualità

Il Comitato di salvaguardia contro i vertici del Consorzio di tutela

Elezioni al veleno per il governo del Primitivo di Manduria

L'assemblea L'assemblea

A dieci giorni dall’assemblea elettiva, è corsa alle deleghe dei 1877 soci chiamati al voto per il rinnovo del consiglio d’amministrazione del Consorzio di tutela del Primitivo di Manduria. Con sospetti di irregolarità sulle candidature, consulti agli uffici ministeriali, lettere di avvocati e minacce di esposti alla Procura della Repubblica. Elezioni «avvelenate come non mai», insomma, per eleggere i componenti di chi governerà nei prossimi tre anni il ricco comparto agricolo del Primitivo a marchio «Manduria». Di questo si è parlato sabato sera in un’affollata assemblea del «Comitato di salvaguardia del Primitivo di Manduria», organismo composto da piccoli e grandi produttori del pregiato nettare dalle idee e progetti opposti a quelli del Consorzio di tutela. Uno tra tutti la soppressione della Doc per sostituirla con la Docg unica voluta dall’organismo consortile ma impedita dal Comitato di salvaguardia che ha vinto la battaglia. 

Questa volta lo scontro è sulle urne che giovedì 3 ottobre dovranno aprirsi per eleggere il consiglio d’amministrazione del Consorzio e quindi la sua presidenza attualmente nelle mani dell’imprenditrice Novella Pastorelli. Al tavolo della presidenza ieri c’erano i promotori del Comitato, l’imprenditore Michele Schifone di Torricella, l’agronomo manduriano Salvatore Tatullo e il presidente di Copagri Taranto, Erminio Campa. Assente per motivi personali il leader del gruppo, l’imprenditore Gregory Perrucci. Di fronte a loro una platea di viticultori di diversi comuni del comprensorio del Primitivo, tutti chiamati al voto il prossimo 3 ottobre.            

Sono stati loro a raccontare i tentativi, alcuni riusciti, di accaparramento delle deleghe di voto da parte dei vertici uscenti del Consorzio. Curiosa la denuncia di Schifone che ha mostrato una pec ricevuta dal Consorzio di tutela nella quale si invitavano i soci candidati (lui uno di questi) a depositare prima il pacchetto di deleghe ottenute. «Uno squallido sistema per controllare e forse manipolare l’esito del voto», ha detto l’imprenditore ed ex sindaco di Torricella annunciando su questo una segnalazione agli organi di controllo regionali e ministeriali. Altra «anomalia» segnalata ieri riguarda le doppie e triple candidature di alcuni dirigenti uscenti che intendono così attingere voti sia dalla categoria imbottigliatori che da quella dei produttori. «Anche questa oggetto di segnalazione agli organi di controllo regionali se non alla magistratura», ha detto ancora Schifone. 

Molto duro anche l’intervento di Campa, anche lui in lizza il 3 ottobre, che ha denunciato «un accaparramento di deleghe casa per casa con metodi vicini alla minaccia», ha detto il presidente di Copagri lamentando anche presunte ritorsioni personali. «Non direttamente a me perché non hanno coraggio, ma ad una persona di famiglia», ha svelato l’imprenditore torricellese anche lui autore di «lettere dell’avvocato indirizzate alla presidenza del Consorzio che non ha nemmeno il garbo di rispondere», ha concluso. Molta attenzione ha poi catturato l’intervento di Domenico Re, grosso produttore di uve, già vicesindaco di Monteparano che ha bocciato l’attuale direzione del Consorzio di tutela. L’imprenditore ha fatto sapere di essere stato l’unico a non aver approvato il bilancio ed ha invitato tutti a ritirare le candidature «perché tanto i giochi sono già fatti», ha esordito Re parlando dei rapporti di forza sbilanciati a favore del gruppo uscente. Il primo ad accogliere il suo invito è stato Schifone che ha annunciato il ritiro della sua candidatura. 

Dalla platea sono poi venute fuori le sofferenze di una categoria colpita quest’anno da una congettura di mercato che ha abbassato il prezzo delle uve scese a 50 euro a quintale, addebitando anche questo alla cattiva gestione dell’organismo di tutela. Da qui la proposta venuta fuori in chiusura e accolta con interessa da tutti di costituire un’associazione dei produttori di Primitivo, formalmente registrata da un notaio, che possa diventare punto di riferimento della categoria e oggetto di interlocuzione con enti, sindacati e con le imprese e con lo stesso Consorzio di tutela.                 

Nazareno Dinoi su Quotidiano di Puglia 

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2 commenti

  • Vincenzo
    mer 25 settembre 18:11 rispondi a Vincenzo

    Meraviglia il fatto che un argomento che dovrebbe catalizzare l'attenzione dei più, dal numero dei commenti fatti, appaia di secondo piano. Ho l'impressione che anche chi dovrebbe esprimere il suo spassionato, ma interessato parere, si astenga. Però non capisco se lo faccia per pudore o per un certo senso di sudditanza che, in altri termini, potrebbe essere definita codardia. Mi permetto di fare un invito a tutto il mondo produttivo del Primitivo. Sveglatevi, fatevi sentire, non mugugnate nell'ombra, perché chi ci rimette, siete sempre voi.

  • Lorenzo Libertà per la Marina
    mar 24 settembre 08:28 rispondi a Lorenzo Libertà per la Marina

    Troppa ignoranza, troppi egoismi, tanta furbizia, pochissima intelligenza e nessuna lungimiranza. Ne più e ne meno come negli anni 50'. Oggi il vino primitivo lo producono cani e porci e si chiama di " Manduria" a parole.... 😜 Del resto basta girare il territorio Manduriano fino a tutta la Marina e capisci di come siamo arretrati rispetto al mondo, anzi il terzo mondo per alcuni aspetti ci ha superato. Evviva Mexico 🤣🤣 Ovviamente Opinioni

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