
Torna a sedere sulla “sua” panchina la giovane Elisabetta Fazzi, per ammirare ancora una volta, incantata, il paradiso dello specchio d’acqua salmastra della Salina Monaci di Torre Colimena, nelle Riserve naturali, sorvolato dai coreografici voli dei fenicotteri rosa col il sottofondo dello stridio acuto dei Cavalieri d’Italia che, in questo periodo, difendono i loro nidi a ridosso della riva. Come faceva or son dieci anni, quando molto spesso sedeva su quella panchina sognando di già la visione eterna di un altro Paradiso.
I suoi genitori, Antonio e Mimma, insieme agli operatori dell’ARIF della Casa del Parco di San Pietro in Bevagna coordinati dal Direttore delle Riserve, Alessandro Mariggiò, tornano sabato 3 giugno per ricordare Elisabetta dinanzi ad un folto gruppo di amici che non mancano mai di far festa con la loro presenza.
Il programma prevede alle 17 il raduno degli amici e degli ospiti, alle 17,30 la celebrazione della Santa Messa da parte di Mons. Lucio Renna, Vescovo carmelitano, e dell’ex parroco di Torre Colimena Don Tommaso Pezzarossa. Il coro del Convento dei Padri Carmelitani, con alla chitarra Suor Rosenda e Antonio Buccoliero, diretto da Michele Giurda, allieterà la cerimonia. Alle 18 il saluto delle autorità presenti, tra cui i Sindaci dei Comuni di Torre Santa Susanna, Mesagne, Avetrana, Erchie e Manduria e il Presidente della Lega Navale di Torre Colimena, Jonathan Tieni. Alle 18,30 intrattenimento presso la panchina con Gianni Vico dei Cantacunti, Angelo Presta e Manuela Calcagnile, Gino Cesaria, Rosanna Volpe e Carolina Spina del gruppo AGIMUS di Torre Santa Susanna. I canti saranno eseguiti senza l’ausilio di microfoni per il rispetto dell’ambiente circostante. Il tutto in una cornice di aquiloni lanciati verso l’azzurro da Piero Braccio di Oria.
Ospite d’eccezione l’alpino Elio Brusamento, sceso dalle sue montagne per l’occasione, che illustrerà il suo viaggio a piedi per tutta l’Italia dal 2019 al 2021 per divulgare a tutti la patologia della Sclerosi tuberosa, malattia rara di cui soffriva Elisabetta e che la Ricerca scientifica, con l’aiuto di tutti, cerca di debellare.
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