La Cantina Produttori Vini Manduria chiude il contenzioso aperto con l’assessore Isidoro Mauro Baldari accusato di essersi appropriato dei codici identificativi di un lotto di Primitivo di Manduria prodotto l’estate scorsa e del logo di Equalitas sulla certificazione sostenibile appartenenti alla storica cantina manduriana e di averli riportati sul retro etichetta delle famose 73 bottiglie di Rosso Sinner.
«La questione, che a noi appare come una bravata – ha dichiarato alla rivista Il Gambero Rosso il direttore generale dei Produttori vini di Manduria, Vittorio Moscogiuri -, potrebbe chiudersi una volta per tutte e da parte nostra non c'è alcuna intenzione di procedere per danno d'immagine, dal momento che anche il cliente ha ammesso l'errore». Deposte quindi le armi rispetto alla pesantissima lettera di diffida che l’azienda del Primitivo aveva indirizzato all’imprenditore e assessore Baldari. Non esistevano dubbi, in quella lettera dell’avvocatessa incaricata dalla cantina, Stefania Spedicati, «che la Vinerie Baldari abbia contraffatto nel retro-etichetta sfruttando i dati della Produttori Vini Manduria e, per gli effetti, il titolare è responsabile di ogni pregiudizio arrecato, direttamente o indirettamente alla cooperativa cui compete il dovuto ristoro, previa rettifica della retro etichetta con immediata cancellazione dei dati supra indicati». Aggiungendo: «La Produttori Vini riserva, sin da ora, di agire separatamente per ottenere il risarcimento di tutti i danni patiti».
Danni che, dopo l’accesso degli ispettori del Ministero, effettuato sia nell’azienda di Baldari che nella cantina Produttori Vini, sembrano essersi trasformati, usando il termine del direttore Moscogiuri, «in una bravata».
Che l’inchiesta dell’antifrode del Ministero sia conclusa, è ancora tutto da vedere. Da nostre informazioni dirette, infatti, risulterebbe che il fascicolo aperto nella sede pugliese del Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf), nel quale si dispone il sequestro delle bottiglie destinate al campione per verificarne l’autenticità del prodotto, sia stato trasmesso alla sede del Trentino con l’invito agli ispettori locali dell’Icqrf di verificare e fermare le bottiglie in questione. Il capitolo, insomma, è ancora aperto.
Intanto, sempre secondo la fonte del Gambero Rosso, sarebbero state «rilevate delle irregolarità amministrative, una sui registri e una sulla mancata presenza delle fascette di Stato per la Doc che sono state già sanate». La rivista di settore non specifica, però, se tali irregolarità siano state contestate alla cantina Produttori Vini o all’imprenditore-assessore Baldari che è uno dei suoi migliori clienti.
Da parte sua, il Consorzio di tutela del Primitivo di Manduria presieduto dall’avvocatessa Novella Pastorelli attende fiducioso l’esito finale delle verifiche avviate dagli organi competenti (carabinieri della forestale e antifrode ministeriale) a seguito di un suo esposto in cui si lamenta l’assenza del bollino della Zecca di Stato sul collo delle bottiglie destinate a Sinner e quindi la non autenticità e tracciabilità del Primitivo di Manduria.
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1 commento
Vincenzo
oggi, mer 22 gennaio 09:19 rispondi a VincenzoIn altri casi si sarebbe potuto dire "sono ragazzi". Dispiace, se le l'intera vicenda si è svolta come è stato raccontato, che attori di della bischerata, non solo sono adulti, ma rivestono ruoli pubblici di rilievo. Prima che la situazione si concluda a tarallucci e vino, meglio farà il Consorzio e gli Enti di tutela a verificare puntualmente quanto sostenuto. L'agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato, eleverà le sanzioni previste, a seguito della mancata applicazione del sigillo di Stato.