Il Ministro dell’Interno, Marco Minniti, ha disposto un accesso ispettivo antimafia per il Comune di Manduria la cui attuale amministrazione potrebbe essere sciolta per infiltrazioni mafiose. Il provvedimento è stato trasmesso ieri al segretario generale del comune Messapico dal prefetto di Taranto Donato Cafagna che ha già nominato la commissione che verificherà l’esistenza dei presupposti necessari per lo scioglimento. Ne fanno parte il vice prefetto di Taranto, Maria Luisa Ruocco, il vice questore aggiunto della Questura di Taranto, Carlo Pagano e il funzionario del provveditorato interregionale per le Opere pubbliche per la Campania, Molise, Puglia e Basilicata, Maurizio Di Monte. Alla commissione è stato assegnato un termine di tre mesi, eventualmente prorogabile per altri tre mesi per una sola volta.
Il provvedimento, si legge nel comunicato diffuso ieri, è l'effetto delle «recenti iniziative giudiziarie che hanno evidenziato pericoli di infiltrazioni della criminalità organizzata nella gestione dell'Ente». Tutto nasce dall’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Lecce denominata «Operazione impresa» che all’alba del 4 luglio scorso ha fatto scattare le manette attorno ai polsi di 27 persone tra politici, imprenditori e pregiudicati tra i comuni di Manduria, Sava, Avetrana, Erchie ed altri centri della provincia di Lecce e Taranto. Tra i politici manduriani coinvolti c’era l’ex presidente del consiglio, Nicola Dimonopoli e l’ex assessore Massimiliano Rossano. Il primo accusato di scambio elettorale mafioso, il secondo di associazione mafiosa.
Entro tre mesi dalla data di accesso, rinnovabili una solo volta, la commissione terminerà gli accertamenti e rassegnerà le proprie conclusioni al prefetto di Taranto che a sua volta avrà 45 giorni di tempo per inviare al Ministero dell’Interno una relazione nella quale darà conto dell'eventuale sussistenza di fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso. Nel caso di Manduria ove esiste un procedimento penale pendente per i fatti oggetto dell'accertamento, il prefetto potrà richiedere preventivamente informazioni al procuratore della Repubblica competente che comunicherà le informazioni che non ritiene debbano rimanere segrete.
Lo scioglimento del Consiglio comunale, se ci saranno le condizioni, sarà disposto con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell’interno, previa deliberazione del Consiglio dei ministri entro tre mesi dalla trasmissione della relazione prefettizia e sarà immediatamente trasmesso alle Camere. In caso di scioglimento, il comune di Manduria sarà amministrato per un periodo da 12 a 18 mesi prorogabili sino a due anni, da una commissione composta da tre membri scelti tra funzionari dello Stato e tra magistrati della giurisdizione competente che svolgeranno funzioni di sindaco, presidente e giunta.
Il Comune di Manduria ha già rischiato di essere sciolto per infiltrazioni mafiose nel 2012 con l’allora sindaco Paolo Tommasino. Il ministro dell’epoca, Annamaria Cancellieri, sentito il prefetto Claudio Sammartino, decretò il a di fatto.
Nazareno Dinoi
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1 commento
Enzo
mar 29 agosto 2017 04:40 rispondi a EnzoRitengo sia necessario che la Commissione nominata, non ancora insediatasi, svolga nei tempi necessari l’incarico assegnato. Solo al termine del mandato, qualora emergessero fatti di una certa gravità, il Ministro competente potrebbe promuovere lo scioglimento della giunta comunale di Manduria. Ovvio sarebbe il deferimento alla magistratura competente di coloro che, durante il mandato svolto e per gli atti messi in essere in virtù degli gli incarichi svolti, si fossero resi interpreti di comportamenti illeciti, penalmente perseguibili. Ora certe conclusioni non solo sono premature ma possono apparire finanche avventate. Qualora, come una bolla di sapone, tutto si dissolvesse, chi oggigiorno scrive certi proclami, avrà il buon senso di esternare il proprio rammarico?