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La notizia che la comunità temeva era nell’aria da tempo e l’altro ieri si è concretizzata. La giunta regionale ha approvato l’altro ieri l’ampliamento della megadiscarica manduriana gestita dalla società Manduriambiente del gruppo «Iren» di Reggio Emilia. Il progetto che aveva già ottenuto il via libera della conferenza di servizi con il solito parere contrario del Comune di Manduria, l’Arpa Puglia e la Asl di Taranto, prevede l’incremento di 150mila metri cubi di rifiuti che si andranno a sommare alla cubatura di 1.123.000 già esistente. La nuova volumetria sarà caricata sull’attuale abbancatura che raggiungerà, all’apice, un’altezza di 14 metri dal piano stradale. Una montagna di spazzatura che si estenderà per 109mila metri quadrati in un’area tra le province di Taranto e Brindisi già compromessa ambientalmente.
La discarica Manduriambiente confina con un impianto di compostaggio e di trasformazione del rifiuto organico ed è distante trecento metri da un’altra megadiscarica, di uguali proporzioni, dismessa, mai bonificata, per questo già all’attenzione della magistratura e degli enti di controllo ambientale che in più occasioni hanno evidenziato l’inquinamento della falda. A qualche chilometro di distanza opera invece un impianto per la produzione di biometano. Tutti siti ambientalmente sensibili che mal si conciliano con la vocazione agricola del territorio messapico culla del pregiato vino Primitivo di Manduria. «Abbiamo già dato, che tocchi ad altri il ruolo di pattumiera della Puglia», è il parere unanime dell’intero consiglio comunale che nel 2022 ha approvato una delibera, indirizzata al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, per dire «basta». Nell’atto licenziato con l’unanimità dei partiti, si rivendicava la «necessità di tutelare la popolazione, già duramente provata dalla presenza sul territorio di altri impianti di compostaggio e discariche, che provocano un forte impatto ambientale ed emissioni odorigene con cui i cittadini sono costretti a convivere da anni».
Il sindaco Gregorio Pecoraro che amministra la città messapica dal 2020 con una maggioranza civica molto vicina al Partito democratico con una forte composizione grillina, si è sempre mostrato contrario all’ampliamento. «La nostra posizione – ha dichiarato - sarà sempre contraria non soltanto all’ampliamento, ma anche nel continuare a tenere aperta la discarica per cui se sarà necessario ci opporremo anche dal punto di vista legale». In sede di conferenza di servizi il primo cittadino si era presentato con una relazione dei tecnici comunali che facevano notare una criticità nella guaina alla base nell’impianto che dovrà ospitare i 150mila metri cubi di rifiuto. Una struttura, facevano notare gli specialisti nella loro relazione, progettata per contenere il peso di una quantità inferiore di spazzatura. Il piano originario che aveva ottenuto le autorizzazioni, risalente al 2001, era nato per ospitare 663mila metri cubi, praticamente la metà di quelli che diventeranno con il nuovo sopralzo. Nel 2013, la discarica ottenne un primo aumento della volumetria di altri 430mila metri cubi. Il rischio paventato dai tecnici del comune e confermato anche, sempre in sede di conferenza di servizi, dagli specialisti dell’Arpa, è che la copertura possa cedere sotto la spinta della montagna di rifiuti liberando nel sottosuolo e quindi nella falda acquifera il pericolosissimo percolato.
Nazareno Dinoi su Quotidiano di Puglia
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