
C’è ancora Manduria tra le 453 pagine della relazione del ministro dell’Interno al Parlamento sull’attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia. La criminalità della città Messapica, secondo la Distrettuale antimafia di Lecce che ha passato “gli appunti” al Ministero, presenta questa volta un consolidato collegamento con le ‘ndrine della ‘ndrangheta calabrese.
Si precisa che la relazione depositata l’altro ieri in Parlamento, si riferisce al periodo antecedente i gravi episodi criminali di stampo mafioso accaduti a Manduria (omicidio del diciannovenne di etnia rom con l’arresto di tre manduriani presunti autori del delitto e l’iscrizione sul registro degli indagati, ma estraneo all’omicidio, del cofondatore della Scu, Vincenzo Stranieri detto “Stellina”.
Riportiamo di seguito le parti della relazione della Dia in cui si parla di Manduria e di manduriani coinvolti in indagini per reati di mafia.
«Un elemento del gruppo criminale, affiliato al clan Modeo (Walter, ndr) di Manduria , “rappresentava il punto di riferimento nella sistematica fornitura di sostanze stupefacenti nei confronti di taluni trafficanti dimoranti tra le province di Brindisi, Lecce e Taranto nonché in provincia di Reggio Calabria”. Tale soggetto “costantemente affiancato dalla convivente…… risultava in affari, mediante la fornitura di partite di eroina con alcuni personaggi vicini alla ‘ndrina Cua-Ietto-Pipicella, operante in Natile di Careri (RC)”. I profitti ottenuti con il traffico di droga erano stati oggetto delle pretese avanzate dalla frangia mesagnese della sacra corona unita “a titolo di compenso per il traffico di droga nel proprio territorio di competenza”.
A Manduria, prima della sua disarticolazione, operava il clan Stranieri il cui elemento di vertice è ritornato a risiedere in quel Comune dopo un lungo periodo di detenzione190. Riguardo all’operatività delle frange della sacra corona unita nel territorio di Manduria, si richiama il decreto di confisca191, per un valore di 500 mila euro, operato dalla DIA il 23 maggio 2022 a carico di un elemento condannato in via definitiva per associazione di stampo mafioso, traffico di stupefacenti, estorsione, ricettazione, nonché detenzione e porto illegale di armi. Il soggetto figura anche fra gli indagati dell’operazione “Impresa” che nel 2017 aveva documentato l’esistenza di una struttura criminale operante nel tarantino e nel brindisino, costituita da tre distinte ma collegate articolazioni attive nei Comuni di San Giorgio Jonico, Manduria e Sava, nonché capace di relazionarsi con le locali realtà istituzionali e, quindi, di infiltrarsi agevolmente nel tessuto economico-imprenditoriale dell’area»
Vuoi commentare la notizia? Scorri la pagina giù per lasciare un tuo commento.
© Tutto il materiale pubblicato all’interno del sito www.lavocdimanduria.it è da intendersi protetto da copyright. E’ vietata la copia anche parziale senza autorizzazione.