Sabato, 5 Luglio 2025

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L'autopsia ha svelato che aveva una grossa setticemia dovuta alla presenza di filo da pesca arrotolato nell'intestino.

Non ce l'ha fatta la tartaruga ferita recuperata alla Salina

Tartaruga Tartaruga | © La Voce di Manduria

Non ce l'ha fatta la tartaruga ritrovata ieri mattina con un amo conficcato nella bocca, nelle acque antistanti la Salina dei Monaci. E’ morta nel primo pomeriggio di oggi, sabato 5 agosto, nonostante le cure che gli operatori del WWF aveva subito cercato di prestarle. Il bell'esemplare, di circa trenta centimetri di diametro, era stata recuperata da un avetranese, Pasquale Erario che l'aveva vista adagiata sul fondo del mare mentre nuotava a circa venti metri dalla riva. Allertati i soccorsi, aiutato anche da alcuni turisti presenti sul luogo, Erario aveva subito notato un filo da pesca che usciva dalla parte posteriore della tartaruga e un amo infilato nella bocca. Il personale sanitario del WWF, accortosi subito delle condizioni precarie dell'animale, si stava preparando ad intervenire chirurgicamente quando la tartaruga è morta. L'autopsia ha svelato che aveva una grossa setticemia dovuta alla presenza di filo da pesca arrotolato nell'intestino.

"Era ormai moribonda" ha spiegato Francesco Di Lauro, avvocato di Manduria e attivista del WWF, che è intervenuto sul posto, "perché il filo da pesca dentro al suo intestino aveva provocato danni irreparabili e una grande infezione. Purtroppo sono tante le tartarughe che rimangono attaccate all'amo ma, se prese in tempo, possono essere salvate. Se capita la prima cosa da fare non è quella di tagliare il filo e ributtarla in mare perché andrebbe incontro a morte certa, ma piuttosto portarla a riva e chiamare immediatamente il WWF perché noi la veniamo a prendere e ringraziamo chi lo fa. Capiamo i pescatori e vogliamo collaborare con loro, se riescono a chiamarci subito salvano la tartaruga. Inoltre se trovate una tartaruga in mare che si fa prendere, sappiate sin da subito che c'è qualcosa che non va: vuol dire che non sta bene, altrimenti mai si farebbe prendere con le mani. Se la trovate però cercate di tenerla bene in attesa che noi arriviamo: non tirate o togliete fili da pesca che vedete fuoriuscire perché potreste causarle emorragie, non necessita di essere tenuta per forza dentro l'acqua ma anche fuori con asciugamani bagnati sopra al guscio e attenzione a toccare occhi, molto delicati e bocca, perché potrebbe mordere se spaventata".

Il Centro Recupero Animali Selvatici dell'Oasi WWF di Policoro partecipa al Progetto Tartarughe Marine, che il WWF Italia conduce grazie alla rete di Centri presenti lungo la costa italiana, la reperibilità veterinaria per gli animali come le tartarughe è attiva 24 ore su 24 dal lunedì alla domenica ai seguenti contatti: 0835/1825157--393/4512058--338/4993658--327/1888870 ---[email protected]

Monica Rossi

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