Vi riproponiamo un articolo di Katja Zaccheo pubblicato nel 2016 che riporta in luce un vecchia composizione musicale composta da Elkan Bauer, nonno di Elisa Springer e recuperata dalla bravissima Katja.
Per ricordare le atrocità dello sterminio e delle persecuzioni del regime nazista, tutti abbiamo l’obbligo morale di contribuire con ogni mezzo ad educare all'amore affinché non rinasca la disumana follia. La Voce di Manduria ha sempre dedicato ampio spazio alla figura di Elisa Springer, nostra concittadina di adozione, viennese di nascita, ex deportata nel campo di concentramento di Auschwitz, vissuta a Manduria con suo marito e il figlio Silvio Sammarco e morta il 19 settembre del 2004. Quest’anno vorrei ricordarla insieme ad un altro componente della sua famiglia, Elkan Bauer, nonno di Elisa, anch’egli deportato dai tedeschi e ucciso nel campo di concentramento di Theresienstadt, ex Cecoslovacchia.
Elisa in uno dei suoi due libri autobiografici, “Il silenzio dei vivi”, lo cita brevemente: «Rammento bene nonno Elkan. Aveva una fabbrica di elastici, ma il suo nome a Vienna, era noto per un altro motivo. Amava molto la musica e componeva valzer che venivano spesso suonati dalle numerose orchestre viennesi». In realtà, la storia di nonno Elkan è molto singolare e merita di essere raccontata e ricordata. Sin da giovane non riuscì a distinguersi a scuola per il suo rendimento scolastico o per le abilità sportive, era noto invece, per la sua mania di fischiettare continuamente «al punto che i suoi compagni di classe gli conferirono il nome di Berterik», il nome di un eccello. Col tempo era diventato talmente abile che non c’era nessun suono che lui non potesse riprodurre fischiettando. Con l’aiuto di altri musicisti, riuscì a trascrivere e far eseguire a numerose orchestre ben 300 opere. Fu catturato dai nazisti durante «la notte dei cristalli» nel 1939, i soldati diedero fuoco alla sua abitazione e lo trasferirono subito nel campo di concentramento di Theresienstadt dove riuscì a sopravvivere per tre anni.
Un suo cugino, scampato al genocidio, entrò in casa e tra le rovine, riuscì a recuperare solo due spartiti inediti di valzer: «Aeroplan walzer» e «Diana walzer». Nel 1942, all’età di 90 anni, ebbe la sfortuna di incontrare all’interno del ghetto un generale frustrato, ammiratore di Wagner, invidioso del suo talento musicale. Secondo il racconto di un testimone, Miklos Joaestek, lo sfidò ad intonare un opera di Wagner in Do e Bauer, purtroppo, improvvisò un brano diverso in La maggiore. Una nota fuori posto, che al povero Elkan costò la vita. Elisa, sua nipote, ha custodito gli spartiti nella sua abitazione di Manduria fino a quando, nel 1999, dopo aver assistito ad un concerto su Canale 5, diretto dal maestro Realino Mazzotta, non espresse il desiderio di conoscerlo e affidargli l’incarico di suonare i due valzer del nonno. «Onorato dall'inaspettato privilegio, mentre sfogliavo delicatamente quelle pagine, sentivo vibrare dentro di me quelle note di una Vienna asburgica, antica e nostalgica ma, nello stesso tempo, il dolore di Bauer e di tutti quegli artisti ingiustamente e barbaramente assassinati», raccontò il maestro durante un’intervista qualche anno dopo. «Accolsi, naturalmente, con grande entusiasmo la richiesta della signora Springer e feci mio l'impegno di poter realizzare un concerto in memoria di Suo nonno e di tutte le vittime dell'olocausto». In quello stesso anno, nel mese di maggio, grazie all'impegno dell'Amministrazione Provinciale di Lecce, presso il teatro Politeama Greco si tenne il «Concerto per la pace» eseguito dall'Orchestra Sinfonica della Provincia, attualmente Fondazione ICO "T.Schipa", presentato da Corrado Augias e ripreso da RAI Due in presenza dell'ambasciatore d'Austria e di numerose autorità italiane ed ebraiche». Dopo aver raccolto tutte queste informazioni e immagini del campo di concentramento dove fu tenuto prigioniero Elkan, ho realizzato un video-slide, che troverete allegato a questo articolo, per onorare sulla scia delle sue note, tutte le vittime della Shoah.
Katja Zaccheo
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