L’aver prestato i dati del proprio conto corrente bancario per permettere ad un amico di acquistare un telefonino a rate, è costata un’incriminazione di riciclaggio internazionale di valuta e traffico di criptovalute. E’ l’incubo giudiziario capitato ad un manduriano di 41 anni, G.M. le sue iniziali, che per cinque anni è stato processato per rispondere di una cosa più grande di lui ma dalla quale è stato infine assolto con formula piena dal tribunale di Taranto.
Ad assisterlo è stato l’avvocato Alessandro Cavallo che è riuscito a provare l’innocenza del suo assistito coinvolto suo malgrado in un pericoloso giro di criptomonete. Ad indagarlo era stata per prima la Procura di Bonn in Germania, dove il manduriano all’epoca dei fatti si trovava per lavoro e dove sarebbe avvenuto il reato e successivamente da quella di Taranto. L’accusa era quella di aver prelevato illegalmente circa 90mila euro da un conto corrente aperto in un istituto di credito di Bonn intestato ad un ignaro cittadino tedesco, per poi trasferire tale importo dal suo conto bancario a quello di una società olandese specializzata in acquisto di criptovalute.
L’imputato manduriano si era sempre dichiarato estraneo a tale vicenda specificando semplicemente di aver prestato le credenziali del suo conto ad una persona sua conoscente che aveva chiesto la cortesia di poter usufruire del suo conto, poiché era sprovvisto di uno proprio, per l’acquisto di un telefono a rate. Costui avrebbe poi consegnato a G.M. la somma in contanti che la compagnia telefonica ha successivamente prelevare dal suo conto un po’ alla volta. Quello che sembrava un affare è cosato caro all’ignaro mandurano. Dopo numerose udienze al Tribunale collegiale di Taranto l’avvocato Cavallo è riuscito a dimostrare la buona fede del suo assistito.
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