
«Preghiamo innanzitutto per il Papa, questa è la cosa più importante. Poi preghiamo per la Chiesa e ci prepariamo a quello che la Chiesa ci chiede di fare». Sono parole del cardinale Fernando Filoni, uno dei tre porporati salentini che si preparano all'isolamento della Cappella Sistina per il conclave che eleggerà il nuovo papa. Nato a Manduria il 15 aprile del 1946 da madre casalinga e papà militare della Guardia di Finanza, nella città messapica sono in pochi a ricordare la sua famiglia. Il suo papà sottufficiale delle fiamme gialle, ha concluso la sua carriera nella tenenza della guardia di finanza di Manduria dove nel 1953 ha lasciato le stellette per il congedo. Il suo primogenito, Fernando, futuro cardinale, aveva allora sette anni ed aveva finito la prima elementare quando, cessato il lavoro, suo padre decise di tornare nella sua città di origine, Galatone dove il piccolo Fernando ha continuato gli studi. A Manduria Filoni è ritornato la prima volta che aveva già la papalina color porpora. Da poco Papa Francesco lo aveva nominato cardinale affidandogli il gravoso incarico di prefetto presso la Santa Sede della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli e Gran Cancelliere della Pontificia Università Urbaniana. Toccava a lui l'evangelizzazione dei popoli dove il vangelo della chiesa romana non era mai arrivato.
Ad invitarlo a Manduria, il 4 settembre del 2013, era stato il vescovo della diocesi di Oria, Vincenzo Pisanelli, su sollecitazione dell'arciprete della chiesa matrice della Santissima Trinità, don Franco Dinoi che lo volle al suo fianco nei festeggiamenti del santo patrono San Gregorio Magno. All'illustre concittadino fu dedicata una cerimonia solenne nella chiesa madre dove sessant'anni prima era stato battezzato. In quella occasione, durante una seguitissima omelia, il cardinale ricordò i suoi primi anni di vita a Manduria, la sua casa, la caserma dove lavorava suo padre e la scuola elementare. Parlando ai manduriani che gremivano la chiesa, l'alto prelato confidò di essere stato fermato durante la processione del santo nella piazza centrale della città da alcuni suoi ex compagni di scuola che lo ricordavano. A Manduria don Franco, parroco della chiesa madre che lo accolse in quella cerimonia del 2013 e don Dario De Stefano, vicario foraneo delle chiese manduriane e parroco della chiesa Don Bosco, è cauto: «È ancora presto per pensare a queste cose, per ora bisogna solo pregare» è la risposta di don Dario. Don Franco, che del cardinale ha un ricordo nitido e molto caro, preferisce non fare ipotesi. «È lo spirito santo che decide, noi possiamo solo pregare affinché ci dia un Papa giusto per i nostri tempi che sono molto difficili».
Prudenza per Filoni anche dagli intellettuali laici. Enzo Caprino, direttore della Scuola di filosofia di Manduria, premette: «In ogni caso il Papa è del mondo e non può appartenere ad una sola terra; sicuramente, qualora venisse scelto il cardinale Filoni, ci sarebbe orgoglio per noi manduriani nel dire di avere un concittadino Papa».
A crederci ancora di più su un «papa Filoni» è la stampa brasiliana. Il giorno dopo la morte di Papa Bergoglio, il quotidiano «Gazeta Do Povo» indicava il porporato manduriano tra i sette probabili successori di papa Francesco.
Tra i manduriani, comunque, ci sono anche coloro che riconoscono obiettivamente le chances dell'altro papabile salentino, il monteronese Marcello Semeraro, vescovo di Oria alla cui curia Manduria appartiene, dal 1988 al 2004. Figura, proprio come d'altra parte quella di Filoni, decisamente autorevole e di tutto rispetto. Del periodo trascorso a Oria, inoltre, sono molti gli adulti di oggi che di Semeraro conservano la foto di quando hanno ricevuto un sacramento.
Nazareno Dinoi su Quotidiano di Puglia
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