La Corte d’appello di Taranto, sezione distaccata di Lecce, ha assolto perché il fatto non sussiste una coppia di coniugi manduriani che a giugno del 2023 erano stati condannati in primo grado ad un anno e mezzo di reclusione ciascuno con l’accusa di maltrattamenti e vessazioni verbali e fisiche nei confronti dell’anziano padre di lui (Leggi qui la precedente notizia). I giudici di seconda istanza hanno accolto l’appello presentato dagli avvocati difensori della coppia Cosimo e Gianluca Parco, ribaltando la sentenza emessa dai giudici del Tribunale di Taranto i quali avevano sostenuto che gli imputati avessero sottoposto i due parenti a continue aggressioni verbali, ingiurie e minacce.
La Corte d’appello, nonostante il procuratore generale e la parte civile (difesa dall’avvocato Cosimo Micera) avessero richiesto la conferma della condanna di primo grado, ha ritenuto che nel processo non sarebbe stata raggiunta la prova che gli imputati avessero maltrattato gli anziani. In effetti, ha rilevato la Corte, sarebbe emersa concretamente solo un’unica accesa discussione tra gli anziani, da un lato, e il figlio e la nuora dall’altro, episodio ben distante, si fa notare nella sentenza, dai gravissimi e infamanti maltrattamenti di cui la coppia di manduriani è stata accusata.
Dopo 6 lunghi anni di procedimento penale per la coppia di manduriani termina un vero proprio calvario, grazie a una sentenza d’appello che li riconosce innocenti ed elimina la condanna alle spese e al risarcimento che era stata inflitta con la sentenza di primo grado. Salva la possibilità per la parte civile di ricorrere in cassazione per i soli interessi civili.
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