Emergono particolari agghiaccianti dall’inchiesta sulla morte del pensionato manduriano, Antonio Cosimo Stano (nel riquadro in alto), per la quale sono indagate quattordici persone, dodici non ancora maggiorenni, che devono rispondere di omicidio preterintenzionale ed altri reati gravissimi. Il branco di ragazzini (i due maggiorenni hanno appena 19 e 22 anni) che secondo gli investigatori avrebbe usato violenza sull’uomo per derubarlo ed anche per gioco, avrebbe filmato le proprie bravate scambiandosi poi i video nelle chat. Le scene riprese che chi le ha viste le ha definite «in stile arancia meccanica», il film di Stanley Kubrick, opera cult sulla violenza di un gruppo di giovani che quotidianamente commettevano azioni criminali su persone indifese in cerca di emozioni, sarebbero la pistola fumante in mano agli inquirenti. Scene di una brutalità inaudita con richiesta di denaro, insulti, aggressioni animalesche con calci e pugni e addirittura con dei bastoni sull’uomo inerme e indifeso, gravato, tra l’altro da problemi psichici che lo tenevano lontano da amicizie e incline all’isolamento. La vittima ideale, insomma, del bullismo elevato all’ennesima potenza. Le aggressioni, ripetute nel tempo, sarebbero avvenute sia in casa del pensionato ma anche all’esterno, per strada, davanti a persone che non intervenivano in difesa del più debole.
E non da adesso. In giro esisterebbero video vecchi addirittura di sei anni. Il povero Stano, insomma, era diventato (e così lo chiamavano nel branco), «il pazzo del Villaggio del fanciullo», dal nome dell’oratorio e della chiesa di San Giovanni Bosco situato proprio di fronte alla sua abitazione.
La notizia degli indagati sta scuotendo le coscienze dei manduriani che si interrogano sul «come sia potuto accadere». Molto significativo è l’intervento di un educatore della parrocchia in questione, Roberto Dimitri che su Facebook ha pubblicato un lungo intervento che prova quanto le vessazioni e le violenze su Stano fossero conosciute da molti. Nel descrivere «un tessuto sociale che si sta deteriorando sempre di più», l’educatore confida le sue difficoltà di interagire con i ragazzi e poi ammette: «personalmente – scrive - ho ripreso tante volte i ragazzi che bullizzavano il signore, chiamato le forze dell'ordine e chiamando i genitori, ma senza risultati. Ora – aggiunge - provo dispiacere per l'uomo, ma anche per i ragazzi che, ahimè hanno perso l'occasione di vivere serenamente la propria età come tanti altri». Mi piacerebbe – conclude - che da queste occasioni i centri come l'oratorio, le strutture di aggregazione sociale, potessero avere una rivalutazione da parte delle famiglie che devono sentirsi scomodate nel bene e per il bene dei propri figli».
Risvolti sociali a parte, le indagini condotte dalla polizia del commissariato di Manduria e coordinate dai due pubblici ministeri, Remo Epifani della Procura della Repubblica ordinaria e dal procuratore capo della Repubblica per i minori, Pina Montanaro, entrano oggi nel vivo con l’incarico per l’autopsia affidato al medico legale di Bari, Liliana Innamorato. L’esame potrebbe essere eseguito già oggi stesso nell’obitorio dell’ospedale di Manduria dove si trova la salma. L’esame autoptico dirà se la morte del sessantaseienne è stata causata dai traumi subiti ripetutamente dall’uomo o l'esito di fattori patologici propri, magari aggravati dallo stato di profonda prostrazione in cui era caduta la vittima costretta a non uscire da casa per timore di incontrare i suoi aguzzini.I due indagati maggiorenni, L.G. di 19 anni e A.S. di 22, sono difesi rispettivamente da Armando Pasanisi il primo e da Lorenzo Bullo e Gaetano Vitali il secondo. Il collegio difensivo dei minorenni è invece composto dagli avvocati di fiducia Davide Parlatano, Antonio Liagi, Cosimo Micera, Antonio Carbone, Lorenzo Bullo e Dario Blandamura.
Nazareno Dinoi
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4 commenti
A.M.
mar 30 aprile 2019 04:36 rispondi a A.M.Per prima cosa i genitori, colpevoli di non aver trasmesso i valori ai figli e di non controllare ragazzi minorenni che stanno fuori fino a ore tarde. Ma vanno a scuola questi ragazzi? Quindi i ragazzi, socialmente pericolosi verso gli altri, magari anche verso i compagni e le ragazze, bulli arroganti. Non vi è pena abbastanza pesante per far pagare il reato commesso. Varrebbe la legge del contrappasso scontata ora. Poi un paese omertoso dove nessuno ha voluto esporsi per difendere quel povero uomo. Infine lo Stato (polizia, carabinieri, ecc), che pur conoscendo tutto di noi e dei nostri movimenti, spesso è assente o sottovaluta avvenimenti reali, NON CI TUTELA. Speriamo che ora quello Stato faccia davvero il suo dovere in tribunale.
Roberto
sab 27 aprile 2019 01:02 rispondi a RobertoHo sentito oggi la notizia al tg. Non sono pugliese, sono di Napoli. Mi piacerebbe abitare anche solo poco lontano da Manduria per poter venire di persona e dire a chi vi abita (dire, usare le parole e non altro eh) che fate schifo. Questi ragazzini sono del tutto persi, ma le persone che sapevano e vedevano e che perciò avrebbero potuto fare qualcosa, le uniche che potevano aiutarlo, si sono stati zitte per una vigliaccheria e un marcio interiore che fa solo vomitare. Quelle persone sono corresponsabili e non c'è autogiustificazione che possa permettervi di nascondervi. Per il quieto vivere non avete avuto le palle, la dignità, il coraggio, nemmeno uno di voi di farsi avanti e difendere questa persona? Fatevi schifo singolarmente. Chiunque poteva e se ne è fott...to. Senza dignità.
Sergio
ven 26 aprile 2019 10:10 rispondi a SergioPene esemplari per questi bastardi e i loro famigliari
Eugenio bardelli
ven 26 aprile 2019 05:06 rispondi a Eugenio bardelliHo appena letto la notizia sul corriere della sera e provo soltanto ribrezzo per quello che e accaduto . Mando un messaggio ai genitori di queste bestie : vergognatevi.