
Un incendio di sospetta origine dolosa ha distrutto la scorsa notte il vano cucina ed altri ambienti dello stabilimento balneare «Dolcevita Beach» di San Pietro in Bevagna, marina di Manduria, di cui è socio l’ex senatore del centrosinistra e cardiologo di Latiano, Antonio Gaglione. Le fiamme partite dall’interno hanno praticamente distrutto tutti i macchinari e gli arredi della zona food del lido situato a ridosso dell’ex albergo «Rivamare», anche questo acquistato dalla società «Bevagna Srl», con sede a Conversano, provincia di Bari, amministrata da Giovanni D’Alessandro con quote societarie del senatore Gaglione. Il rogo è divampato intorno alle 4,30 della notte tra domenica e ieri, lunedì 14 gennaio. Qualcuno ha chiamato i vigili del fuoco del distaccamento di Manduria che hanno domato l’incendio impedendo la distruzione dell’intera unità commerciale a potendo, però, per salvare le cucine irrimediabilmente bruciate. I danni sono ingentissimi. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Manduria che conducono le indagini ancora premature per stabilire l’origine dell’incendio di cui si sospetta fortemente il dolo. L’attività investigativa dei militari del capitano Sergio Riccardi, comandante della compagnia carabinieri della città Messapica, e della tenente Valentina Scipioni a capo del Nucleo operativo radiomobile, non trascura per ora nessuna pista anche se la più plausibile sembra essere quella di natura criminale. Una labile speranza per ricercare indizi utili è rappresentata da una serie di telecamere di sorveglianza installate su abitazioni private situate nelle strade di accesso al lido. Per questo i carabinieri sono alla ricerca di impianti funzionanti allo scopo di acquisirne le registrazioni.
L’ombra del racket delle estorsioni ha già sfiorato proprietà del senatore latianese che dopo l’impegno politico ha deciso di investire nel settore turistico alberghiero. Ad ottobre del 2017 un altro stabilimento balneare sempre di proprietà di Gaglione e D’Alessandro, il lido «Spiaggia del Conte», a Punta Prosciutto, marina di Poto Cesareo, situato sullo stesso versante jonico al confine con la provincia di Lecce, fu distrutto da un incendio. Uno stabilimento origine di altri guai per il senatore che a giugno dello scorso anno è stato indagato con il suo socio dalla Procura di Lecce per presunti abusi edilizi e deturpamento di bellezze naturali nella realizzazione del complesso turistico. Assieme ai due imprenditori la Procura salentina ha indagato anche un dirigente dell’Area tecnica del comune cesarino.Il lido di San Pietro in Bevagna, invece, è stato autorizzato a maggio del 2018 appena in tempo per edificare le strutture permettendo ai gestori di svolgere l’attività nella passata stagione balneare. La superficie di 2.546 metri quadrati, di cui 136 come area coperta da impianti di facile rimozione, è quella che copre la spiaggia antistante il vecchio albergo. Il progetto, non ancora del tutto realizzato, prevede, oltre alle attrezzature da adibire a stabilimento balneare (ombrelloni, passerelle, pedane e così via), la posa di bar, ristorante con zona ombreggiante, spogliatoio e bagni per il personale, servizi igienici, docce, spogliatoio e locale di primo soccorso. Lo stabilimento è coperto da assicurazione contro incendi.
Nazareno Dinoi
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