
I fondali del mare Ionio che bagna il litorale salentino, custodiscono barriere coralline come quella scoperta a marzo del 2019 al largo di Monopoli, nell’Adriatico? Sembrerebbe proprio di sì. A solleticare la curiosità degli studiosi ai quali la notizia non passerà inosservata, è il ritrovamento sulla spiaggia di Borraco, marina di Manduria, di una quindicina di frammenti di corallo di varie tonalità di rosso nascosti tra le alghe spiaggiate. La scoperta è stata fatta dal giovane manduriano Enrico Zaccaria che durante una passeggiata è stato attratto dagli inconfondibili colori e dalla forma del prezioso corallo ben noto in gioielleria. Come siano capitati lì, per ora, si può solo immaginare con l’azione delle correnti della mareggiata di quattro giorni fa che li avranno sin qui spinti chissà da dove.
A marzo del 2019 fece il giro del mondo la scoperta, nel mare di Monopoli, di quella che fu definita come la prima barriera corallina italiana. Niente del genere in tutto il Mediterraneo. Quella sensazionale scoperta altro non è che una biocostruzione: una sopraelevazione del fondo dovuta ad organismi che formano scheletri e che crescono gli uni sugli altri, proprio come fanno i coralli delle barriere coralline.
«a a che vedere con le barriere coralline tropicali, presenti solo a basse profondità perché i coralli che le formano vivono in stretta simbiosi con alghe unicellulari che li trasformano in animali fotosintetici», spiegò in seguito Ferdinando Boero, zoologo, docente dell’Università Federico II Napoli, es esperto di biodiversità marina e funzionamento degli ecosistemi. Non per questo meno affascinante e, grazie alla scoperta del giovane manduriano, non meritevole di studi e di ricerche anche in quest’altro versante delle coste pugliesi.
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6 commenti
Gregory D.
sab 2 gennaio 2021 09:14 rispondi a Gregory D.Scoperti quando? Non si passeggia in zona rossa!
Fulvio Filo
ven 1 gennaio 2021 09:38 rispondi a Fulvio FiloCarissimo direttore, pur non essendo un biologo marino, ma per un’antica esperienza di corallaro, non penso, che, a prima vista, il reperto trovato sul nostro litorale appartenga alla specie del prezioso Corallium rubrum. Verso la metà degli anni 60 feci, insieme ai sommozzatori dell’Acquario di Napoli, delle immersioni esplorative nei nostri litorali, ma trovammo solo piccole tracce sui 70 metri. Non mi risulta che ci sia letteratura sul ritrovamento del corallo rosso sulle spiagge, se non in forma di piccolissimi frammenti, sia per la profondità in cui esso alberga e sia per la tenacia con cui il suo scheletro calcareo è ancorato allo scoglio. Merito a chi ha segnalato il ritrovamento, segno di curiosità intellettuale. Spero che qualche esperto risolva l’appartenenza alla specie.
Gregorio Intermite
dom 3 gennaio 2021 07:56 rispondi a Gregorio IntermiteCredi che questo signore che dice
Lorenzo
ven 1 gennaio 2021 10:45 rispondi a LorenzoBene, lasciamole li dove stanno senza scoprire nulla, visto la fine che hanno fatto dune e fondali marini negli ultimi 30 anni. Ogni scoperta in questa zona del Salento, dalle antiche tombe alle faune rare, hanno fatto una brutta fine.
claudio delos reyes
ven 1 gennaio 2021 07:01 rispondi a claudio delos reyessono completamente in sintonia.
Marco
ven 1 gennaio 2021 09:42 rispondi a MarcoNon se l'è fumati vero