
Come ieri, nove anni fa, nella villetta giallo ocra con le tegole rosse di via Grazia Deledda ad Avetrana, si compiva l’omicidio che per diverse ragioni è stato annoverato tra i delitti del secolo. Tre sentenze hanno stabilito che quel giorno, era un giovedì, tra quelle mura domestiche fu strangolata Sarah Scazzi, quindici anni allora, per mano di sua zia Cosima Serrano e di sua cugina, Sabrina Misseri. Le due donne, zia e cugina della vittima, affidarono il corpo senza vita a zio Michele, marito e padre delle due assassine che si preoccupò di caricarlo sulla sua Seat rossa e lo portò in contrada Mosca dove lo gettò in un pozzo d’acqua sorgiva lasciandolo lì per 42 giorni. Ieri, 26 agosto, è stato il giorno dei ricordi. Il più realistico, da far rabbrividire, lo offre inaspettatamente Google maps che permette di tornare indietro nel tempo, esattamente a dieci mesi prima quel tragico giovedì, mostrando ciò che erano quei luoghi prima che tutto si compisse. L’obiettivo della macchina «Street View» di Google ha immortalato la Seat rossa ferma davanti al garage dove Michele Misseri, secondo la ricostruzione fatta dalla procura e poi dai giudici, trascinò l'esile corpo della nipote caricandolo nel portabagagli dell’auto che posizionò con la parte posteriore a favore del grande portone di ferro. La stessa telecamera ha catturato un altro personaggio della triste storia: Saetta, il cane meticcio che seguiva Sarah ovunque andasse. Nella foto l’animale è accucciato davanti al portoncino dell’ingresso principale dove, probabilmente, era entrata la sua padroncina. Ci sono le rose selvatiche piantate nel viale interno dove si vede il tubo dell’acqua per annaffiare, la vegetazione fitta che nasconde il pianerottolo della veranda.
Tutto si trova al suo posto. Come una ricostruzione cinematografica che libera l’immaginazione, non è possibile non pensare che quell’anonimo giorno di ottobre del 2009, la piccola Sarah si era recata come faceva spessissimo a casa degli zii lasciando sulla porta il suo Saetta. E che in casa, quel giorno, c’erano tutti i protagonisti della truce vicenda: la cugina Sabrina, zia Cosima e zio Michele e, fuori, la Seat Rossa che dieci mesi dopo si sarebbe trasformata nel carro funebre della povera Sarah.
A nove anni di distanza, invece, niente è più come in quelle immagini conservate nell'immenso archivio di Google. La Seat rossa sarà stata rottamata dopo il dissequestro, di Saetta non si hanno più notizie da tempo. Quella famiglia non esiste più come non esiste Sarah. Le due donne assassine stanno scontando l’ergastolo e sono rinchiuse nel carcere di Taranto dove occupano la stessa cella mentre i loro avvocati, Franco Coppi e Nicola Marseglia, hanno presentato ricorso alla Corte Europea. Zio Michele deve pagare con otto anni di carcere per aver fatto sparire il cadavere che lui stesso, 42 giorni dopo, fece trovare dopo un drammatico interrogatorio finito nella notte. La villetta dalle pareti giallo ocra e le tegole rosse c’è ancora, ma è desolatamente vuota, coperta da una assurda e fitta rete di colore verde che il contadino di Avetrana allestì quando era ancora libero per difendersi dalle visite indesiderate e dai giornalisti.
Nazareno Dinoi
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1 commento
De Santis germana
mer 28 agosto 2019 07:09 rispondi a De Santis germanaDite una preghiera per questa ragazzina piuttosto che tornare sempre sulle stesse cose..... Avetrana è stanca di tutto questo e voi ancora a riparlarne......date pace a questo nostro angioletto.... grazie