Domenica, 24 Novembre 2024

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«Sono tutti interventi che implicano varianti al piano regolatore che solo il Consiglio comunale può decidere; c’è il rischio quindi – avverte l’ingegnere - di trovarci di fronte un progetto valido solo sulla carta che non potrà p

Depuratore “Piano B”, i dubbi di Curri e dei Verdi e la rassegnazione del M5S

Le reazioni Le reazioni | © La Voce di Manduria

«Ascoltando la registrazione dell’incontro in Prefettura sul depuratore di ieri, mi sembrava di assistere ad una commedia dell’assurdo». L’ingegnere Antonio Curri, già assessore ai Lavori pubblici del comune di Manduria e presidente uscente dell’Ordine degli ingegneri della provincia di Taranto, giudica così l’esito del tavolo tecnico convocato dal presidente della Regione Puglia e concluso con la decisione di realizzare il depuratore in zona Urmo con scarico emergenziale in battigia nel mare di Specchiarica, marina di Manduria. Secondo Curri c’è qualcosa che non quadra nelle carte. «Da tecnico, prima ancora che politico – spiega l’ingegnere Curri –, vorrei chiedere al presidente Emiliano come mai a Nardò per la stessa opera ha voluto che il progetto passasse dal Consiglio comunale per l’approvazione, mentre per quello di Manduria vuole fare tutto con delle diapositive e qualche pagina di un progetto che nessuno conosce?». Per il tecnico manduriano, «qualsiasi modifica al progetto originario già appaltato e in fase di esecuzione, diventa una variante che deve essere compatibile con gli strumenti urbanistici in vigore la cui modifica deve necessariamente essere decisa e approvata dal consiglio comunale». In effetti, secondo l’idea progettuale prospettata dalla Regione (la cui documentazione ufficiale non è stata ancora prodotta agli uffici comunali), al progetto originario bisogna aggiungere il nuovo sistema di depurazione, individuare la rete di distribuzione dei reflui depurati da utilizzare in agricoltura e per usi civili e soprattutto realizzare una grande vasca di raccolta e di assorbimento e un’altra per lo scarico emergenziale in battigia. «Sono tutti interventi che implicano varianti al piano regolatore che solo il Consiglio comunale può decidere; c’è il rischio quindi – avverte l’ingegnere - di trovarci di fronte un progetto valido solo sulla carta che non potrà poi essere realizzato perchè in conflitto con le regole».

Stesso rifiuto degli accordi presi in Prefettura lo esprimono i Verdi messapici da sempre contrari all’individuazione dell’opera vicino alla costa. «Il presidente Emiliano – scrivono i una nota - è stato categorico nel rifiutare ogni coinvolgimento scaricando tutto sulle spalle del sindaco di Manduria, al quale però ha offerto contemporaneamente una zattera di salvataggio (che egli è stato ben lieto di utilizzare) col dire che nessun amministratore potrebbe mai far pagare alla propria comunità gli oneri derivanti dal l’anamento di un appalto milionario e dalle imminenti sanzioni europee. Peccato – concludono i Verdi di Manduria - che noi il cuore in pace non ce lo mettiamo, ma proprio per niente».

È sorprendentemente rassegnato invece il consigliere regionale del Movimento 5 stelle, Marco Galante. «Sicuramente - dice - in merito al depuratore si sarebbe dovuti intervenire anni fa. Purtroppo – si legge nel comunicato del grillino - vista la situazione attuale di grave rischio per l’ambiente e per la salute dei cittadini è diventato impossibile apportare modifiche sostanziali al progetto. Riaprire ora la procedura comporterebbe pesanti sanzioni e né la Regione né il Comune di Manduria vogliono assumersi questa responsabilità. Riteniamo – conclude - che il progetto sia senza dubbio migliorabile, per questo vigileremo affinché la Regione mantenga gli impegni presi ieri, primo tra tutti lo spostamento del buffer ecologico».

Nazareno Dinoi

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