
Dall'altro ieri, sabato 19 ottobre, i tre cavalli e i due pony del maneggio «Corte dei Vescovi» di Manduria, sequestrati e messi sotto tutela dalla magistratura tarantina che indaga sulla morte sospetta di «Nerone», un altro murgese ospite della stessa struttura, si trovano in una scuderia di Cavallino, in provincia di Lecce. Gli animali sono stati affidati agli attivisti dell’associazione IHP, Italian Horse Protection, che li ha in custodia giudiziaria. Il maneggio leccese è uno dei centri di riferimento pugliesi dell’associazione nazionale per la tutela dei cavalli che ha sede in provincia di Pisa. Il trasferimento dei cinque equidi che erano stati abbandonati dall’ex gestore e, pare, dal proprietario delle stalle dove, secondo gli animalisti che hanno denunciato il caso, vivevano in condizioni di pericoloso abbandono, è stato fatto sotto l’osservazione degli agenti di polizia del commissariato di Manduria a cui il pubblico ministero della Procura della Repubblica jonica ha affidato le indagini, e con la supervisione dell’avvocato manduriano, Francesco Di Lauro, incaricato di rappresentare l’associazione IHP nella costituzione di parte civile dell’eventuale processo che si dovesse aprire a seguito degli esposti presentati dagli stessi animalisti.
La magistratura indaga il proprietario del maneggio Corte dei Vescovi con l’ipotesi di reato di maltrattamento di animali. L’inchiesta avviata dopo gli esposti presentati dalla onlus IHP, ha comportato anche la sospensione dell’attività del maneggio che, ironia della sorte, sarebbe l’unico autorizzato in tutto il versante orientale della provincia di Taranto.
«I tre cavalli e i due pony – fanno sapere gli animalisti associati -, sono da ieri in un luogo sicuro dove riceveranno cure adeguate e si rimetteranno in forze». Il 13 settembre nelle stalle nelle campagne di Manduria era morto Nerone, un murgese per le cui gravi condizioni di salute gli attivisti della IHP avevano richiesto l’intervento urgente delle autorità locali «riscontrando un’inerzia che per l’animale aveva avuto esiti fatali», è l’accusa degli animalisti.
«Abbiamo accettato la custodia giudiziaria – afferma il presidente della Italian Horse Protection, Sonny Richichi -, rinunciando al rimborso da parte della Procura perché questa era l’unica strada efficace per liberare i cavalli al più presto». Pur sapendo di mettere a rischio la stabilità economica dell’associazione che si finanzia con i contributi volontari degli amanti degli animali equidi, i responsabili della IHP non avevamo nessuna intenzione di abbandonarli, né di lasciarli lì rinchiusi nei box».
I propositi del presidente Richichi sono chiari. “Ora che i cavalli di Manduria sono in salvo – dice -, confidiamo nel coinvolgimento di quanti, al nostro fianco, parteciperanno attivamente a dare a questi animali un futuro migliore e a rendere giustizia alla morte di Nerone e alla sofferenza dei suoi compagni di sventura». A prendersi cura degli animali «sotto tutela» in questi giorni in cui sono rimasti nel maneggio sequestrato, è stato il giovane manduriano Antonello Iunco nominato dalla magistratura come custode giudiziario.
Trovato un ricovero sicuro ai cinque cavalli, la battaglia continua in tribunale dove verranno accertate le presunte responsabilità che IHP ha denunciato. «L’avvocato Francesco Di Lauro continuerà a seguire il caso – fanno sapere dalla onlus - e il suo contributo è tanto più prezioso poiché ha scelto di farlo a titolo gratuito». Il legale, conosciutissimo animalista e ambientalista militante, è responsabile di zona del Wwf Italia per il quale cura la pare civile nel processo «Ambiente Svenduto!» che si svolge a Taranto contro i vecchi proprietari dell’ex Ilva.
Nazareno Dinoi
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