E’ tornato libero dopo aver scontato la pena di 4 anni e due mesi il trentunenne di origini rumene residente a Manduria, Julian Calugaru, arrestato ad aprile del 2021 perché coinvolto in una violenta rissa a colpi di ascia, bastoni di ferro e una spada, con un manduriano di 56 anni anche lui finito in carcere.
Sotto processo per questo per il reato di tentato omicidio, Calugaru in primo grado era stato condannato a 9 anni e 6 mesi di carcere poi ridotti a 6 e due mesi e uno sconto di pena di altri due anni in Cassazione che aveva riformato con rinvio la sentenza di secondo grado.
All’uscita dal carcere il naturalizzato manduriano ha voluto rilasciare delle dichiarazioni. «Sono contento di aver vinto i processi - ha detto l’ex detenuto -, che mi hanno concesso cinque anni di sconto di pena a riprova del fatto che per quella rissa ero stato provocato dall’altra persona». Calugaru ha voluto poi ringraziare i legali che lo hanno assistito, l’avvocato Fabio Falco in corte d’appello e l’avvocato Cosimo Parco in Cassazione.
La furiosa rissa per la quale ha scontato la pena era scoppiata per dissidi dai particolari mai chiariti riguardanti comunque l’interesse del 56enne manduriano per la figlia minorenne del rumeno. Oltre ad alcuni testimoni che assistettero alle scene di violenza, ogni mossa fu ripresa dalle telecamere di sorveglianza il cui contenuto acquisito dai carabinieri è poi diventato l’atto d’accusa incontestabile nei confronti dei protagonisti.
La lite era prima iniziata tra il manduriano e un’altra persona poi era intervenuto Calugaru. In due si affrontarono prima con calci e pugni poi con un bastone, un’ascia e una spada. Ad avere la peggio fu il 56enne manduriano che fu bersaglio di numerosi colpi d’ascia inferti dalla parte opposta alla lama ma sufficienti a provocare gravi lesioni interne. Soccorso dal personale del 118, il ferito fu prima portato all’ospedale di Manduria e da lì fu al Panico di Tricase per l’asportazione della milza e il successivo ricovero in rianimazione. Il magistrato di turno dispose il fermo dell’allora ventottenne e quindi l’arresto con la pesante accusa di tentato omicidio. I carabinieri di Manduria che si occuparono delle indagini, sequestrarono in quella occasione ulteriori armi quali una seconda ascia, un coltello a serramanico, bastoni in legno ed altri coltelli di uso vietato tutte trovate nella macchina del mandurano finito in rianimazione a sua volta dichiarato in arresto e piantonato nell’ospedale di Tricase. Il rumeno che rischiava una pena più severa sino a 16 anni, ha sempre dichiarato di avere agito per reazione alle provocazioni e per difendere l’altro manduriano coinvolto.
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2 commenti
Cataldo Pinto
gio 7 novembre 2024 04:19 rispondi a Cataldo PintoE il povero Angiulino 75 perchè ancora in galera? Dovrebbe essere concessa anche a lui la libertà per par condicio
Leo
mer 6 novembre 2024 07:01 rispondi a LeoNo va bene anzi benissimo. Che dire poi se vai a lavorare ti tolgono pure le mutande. Che stato