Sabato, 26 Aprile 2025

Cronaca

Indagini concentrate in quel punto

Omicidio del cavalcavia, tracce di sangue nel luogo della lite nel centro storico

Il luogo del ritrovamento del cadavere Il luogo del ritrovamento del cadavere

Si concentrano nel centro storico le indagini per risolvere il giallo sull'omicidio di Natale Naser Bathijari, 21enne leccese di etnia rom assassinato e gettato in una scarpata, sotto ad un viadotto del tracciato della Bradanico Salentina, nelle campagne di Manduria.

Gli specialisti della polizia scientifica della questura di Taranto che si occupano del caso coordinati dal pubblico ministero Remo Epifani della Procura ionica, hanno individuato delle piccole macchie ematiche nel punto dove, la sera dell'omicidio, è avvenuta una violenta rissa con esplosione di colpi di pistola. Il sospetto è che si possa trattare del sangue della vittima. Ipotesi sulla quale stanno lavorando gli investigatori guidati dal capo della squadra mobile di Taranto Cosimo Romano è che lo sfortunato giovane sia rimasto ferito durante lo scontro avvenuto nei pressi di un bar. E sia stato finito e abbandonato dagli assassini in quella zona isolata e poco conosciuta, alla periferia della città messapica.

A dirlo con certezza sarà la comparazione del Dna della vittima con le tracce ematiche repertate dagli specialisti della Polizia Scientifica sul selciato proprio davanti al locale dove ha avuto origine la discussione che sarebbe degenerata in tragedia. In caso di corrispondenza dell'identità genetica, la ricostruzione dei fatti sarebbe abbastanza chiara almeno nella prima fase di quanto accaduto tra la mezzanotte e mezzanotte e trenta di mercoledì scorso.

La discussione iniziata nel bar è andata avanti all'esterno dove i protagonisti sono passati alle vie di fatto con l'uso di armi sia da fuoco che da taglio e Bathijari sarebbe rimasto ferito. Il confronto, sempre secondo queste ipotesi, si sarebbe poi spostato nel quartiere periferico di Santa Gemma per sfociare nel terribile delitto.

Altra possibilità da tenere in considerazione è che quella traccia biologica prelevata dal terreno non corrisponda al Dna del ragazzo ucciso ma a quello di qualcuno che ha preso parte alla rissa, forse proprio all'assassino o a uno di loro.

Tutto quanto sarebbe stato abbastanza chiaro se le numerose telecamere della rete di sorveglianza pubblica presenti nel centro storico, almeno un paio installate di recente e puntate proprio sul punto dove sono stati prelevati i reperti biologici, funzionassero. A quanto pare, infatti, parte del sistema di videosorveglianza del comune di Manduria sarebbe stato scollegato a causa di un'avaria. Una circostanza confermata dal comandante della polizia municipale di Manduria, Umberto Manelli che dai primi giorni del suo incarico assunto da un paio di mesi, ha chiesto all'amministrazione comunale di attivare un contratto di manutenzione con una ditta specializzata. Evidentemente senza risultati. Per gli investigatori un colpo di sfortuna non da poco. I poliziotti della squadra mobile e del locale commissariato, comunque, hanno acquisito delle immagini di camere di sorveglianza private di bassa risoluzione che non potrebbero essere di grande aiuto soprattutto per le riprese al buio. La ricerca si sta allargando su tutte le possibili vie di fuga dei protagonisti della lite con particolare attenzione alla Fiat 500 di colore bianco e tettuccio nero con la quale la vittima sarebbe giunta a Manduria. L'auto, come riportato nell'edizione di ieri, è stata trovata abbandonata in una stradina di campagna in contrada Campo dei Fiori a quasi quattro chilometri dal luogo in cui è stato rinvenuto il cadavere del 21enne. 

Intanto non è stata ancora fissata la data dell'autopsia sul corpo di Natale Naser Bathijari disposta dal pubblico ministero Epifani che ha affidato incarico alla medico legale barese, Liliana Innamorato. L'esame sarà eseguito nell'obitorio dell'ospedale Perrini di Brindisi dove è stato portato il corpo il giorno stesso del suo ritrovamento.

Nazareno Dinoi su Quotidiano

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